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Stromboli: l’isola del fuoco

Un paio di mesi fa, quasi per caso, mi sono imbattuta in un video su internet in cui alcune persone, illuminate dalla luce fioca di una candela sul tavolo, mangiavano la pizza comodamente sedute mentre alle loro spalle lo Stromboli, uno dei vulcani più attivi al mondo, emetteva lingue di fuoco nell’aria. Questa immagine, così bizzarra e folle al contempo, mi ha colpito così tanto che non me la sono più tolta dalla testa e lo Stromboli era già nel mio cuore ancor prima di averlo visto. Così, ho aspettato settembre per andare alle Eolie e a Stromboli in particolare, essendo ancora un periodo adatto per il bagno al mare ma non eccessivamente caldo e soprattutto meno affollato di agosto. Il ristorante in cui era stato girato il video si chiama “Osservatorio”. Impossibile non imbattersi se siete a Stromboli. L’Osservatorio, situato sulle pendici del vulcano a 100 metri sopra il livello del mare, ha la visuale libera verso i crateri e dalla grande terrazza in cui si mangia si ha una vista spettacolare sulla sciara del fuoco, ossia sul ripido pendio da cui le esplosioni di lava incandescente e di lapilli fluttuano nell’aria, eleganti ed impetuose, e scivolano fino al mare percorrendo quasi mille metri in pochi secondi. Questo spettacolo ha il fascino della natura primordiale e si ripete con cadenza quasi precisa ogni 10/15 minuti regalando a noi comuni mortali un’emozione indescrivibile e ben superiore ad ogni aspettativa.

Come avrete capito il protagonista indiscusso è lui, Iddu, come viene familiarmente chiamato il vulcano dagli abitanti dell’isola tra adorazione e riverenza, stretti in un legame di amore e di timore. Il mare, seppur particolare per la sabbia nera come cenere, ha certamente meno fascino perlomeno per le nuotate. Non aspettatevi acque turchesi, quelle le trovate in altre isole delle Eolie. Iddu, con la sua leggiadra e sinuosa danza del fuoco attrae turisti da tutto il mondo che rimangono estasiati dal fascino ipnotico ed elettrizzante che sprigiona.

Ma il vulcano, con la sua attività ordinaria, consistente in esplosioni modeste e tali da non rappresentare un reale pericolo per chi vive e per gli osservatori, di tanto in tanto ha risvegli subitanei che sfociano in esplosioni maggiori e ben più pericolose.

Gli eventi parossistici (così si chiamano le eruzioni più violente) sono rari ma non sono preceduti da alcun sintomo premonitore o da variazioni significative del suolo. Lo scorso anno, il 3 luglio ed il 28 agosto, si sono verificate due grandi esplosioni che hanno prodotto colonne altissime di fumo e di cenere che in parte sono ricadute sull’isola e sul mare generando onde anomale.

Ginostra, il piccolo villaggio a sud ovest e collegato al porto solo via mare, fu ricoperto di cenere e di materiale lavico. Il percorso di salita al vulcano fu invece interessato da incendi prodotti dalla caduta di materiale lavico incandescente. Il rischio zero non esiste ma è proprio questa natura indomita e selvaggia dello Stromboli che affascina chiunque si avvicini. L’ho provato sulla mia pelle. Quel gigante ha catalizzato la mia attenzione per tutto il tempo trascorso sull’isola e quando sono ripartita in nave, almeno finché era visibile alla vista, l’ho salutato con quella stessa malinconia che si riserva ad un familiare quando si intraprende un viaggio lungo e definitivo.

Curiosità:

Lo Stromboli arriva ad esplodere anche 300 volte al giorno. Come dicevo prima si tratta di piccole esplosioni tanto che questi fenomeni di breve entità sono chiamati in tutto il mondo e per tutti i vulcani “attività stromboliane”. Si tratta di un vero e proprio marchio di fabbrica.

Nella prima metà del 1900 ci furono diverse eruzioni parossistiche e di grave entità. La più intensa e disastrosa avvenne l’11 settembre del 1930 quando dalla bocca del vulcano fu espulsa con violenza una massa di gas e cenere rovente che si riversò su tutta l’isola, anche sulla zona est (cioè la zona opposta alla sciara del fuoco), distruggendo case e facendo numerose vittime e feriti. Furono evacuate le abitazioni e quando gli abitanti fecero ritorno sull’isola furono accolti da un forte odore di bruciato e di zolfo e trovarono i campi, coltivati a vigneti, completamente bruciati. L’agricoltura messa in ginocchio e la paura prodotta dalla furia del vulcano spinsero molti abitanti dell’isola ad abbandonare per sempre quella terra “maledetta”. Le case furono vendute per pochi soldi, quelli necessari per acquistare il biglietto di sola andata per l’Australia, l’Argentina o l’America. Fu un vero e proprio esodo di massa.

Dimenticata da Dio e dagli uomini, Stromboli torna alla ribalta quando Roberto Rossellini decide di girare il film “Stromboli – Terra di Dio” con Ingrid Bergman. E’ il periodo del neorealismo e Rossellini racconta uno spaccato della vita dei pescatori sull’isola tra la lotta per la sopravvivenza con lunghe riprese sulla tradizionale mattanza del tonno e la furia impetuosa della natura. Il film fa più discutere per la storia d’amore nata sul set tra la Bergman e Rossellini che per il contenuto. Il regista lascia Anna Magnani per stare con lei. Grazie anche a questo pettegolezzo, Stromboli diventa famosa in tutto il mondo e da quel momento il turismo si sviluppa in maniera inarrestabile.

Pur essendo molte le persone che vengono qui nel periodo estivo, Stromboli è ancora un luogo dove il tempo sembra essersi fermato. Per volontà degli abitanti e anche per le difficoltà insite in un un luogo così particolare, nell’isola non c’è illuminazione elettrica pubblica (le case all’interno sono illuminate!) e di sera le strade e la mulattiera che porta nel punto di osservazione della sciara del fuoco sono “illuminate” solo dal chiarore della luna e da un cielo così stellato ed incredibile che non si può non provare eterna gratitudine per essere partecipi di tanta bellezza.

Cosa fare a Stromboli

Prima di tutto vi consiglio di non andare a Stromboli con una gita mordi e fuggi, facendo semplicemente l’escursione in barca di notte per vedere per 30 minuti la sciara del fuoco. È un luogo così magico che per comprenderne l’essenza sono necessari due/tre giorni. Possono apparire troppi ma fidatevi non se ne ha mai abbastanza di quella strabiliante vista.

Giro in barca intorno all’isola e tappa a Strombolicchio

Il giro intorno all’isola dura due ore e trenta con una prima tappa a Ginostra. Si tratta di un piccolo villaggio posto a Sud Ovest dell’isola e collegata al porto solo via mare. C’è anche una strada che passa vicino al vulcano e collega entrambe le zone ma è, per ovvi motivi, interdetta. Ginostra è davvero piccola e conta attualmente un popolazione di 28 abitanti e 3 asini. Da qui si ha una vista su Panarea ed i faraglioni vicini.

Il giro in barca prosegue lungo la costa e ci si sofferma in particolare sulla sciara del Fuoco, tenendosi sempre a distanza. Dal mare si ha una visuale completa del lungo pendio a precipizio sul mare e se si è fortunati si potrà vedere lo Stromboli sbuffare.

L’ultima tappa dell’escursione prevede un bagno vicino lo Strombolicchio. Magnifico ed imponente rappresenta uno dei rari esempi di Neck (collo vulcanico). Non è infatti un semplice scoglio ma quel che rimane della parte interna di un vulcano ormai spentosi milioni di anni fa. L’azione del mare e del vento hanno eroso il cono e per questo motivo ha perso la classica forma di un vulcano. Davvero straordinaria la visuale di questo gigante in mezzo al mare!

Sulla sommità (circa 50 metri di altezza) si trova un faro raggiungibile con una scalinata di 200 gradini. Fino agli anni ottanta viveva qui in solitudine il guardiano del faro ed i viveri gli venivano consegnati attraverso una carrucola che il guardiano calava dall’alto. Oggi non è più possibile salire sulla sommità e dal 1991 è stato dichiarato riserva naturale integrale. Vicino lo strombolicchio l’acqua è splendida, di un colore turchese intenso.

La sciara del fuoco di notte vista dal mare

Numerose sono le escursioni da Stromboli e dalle altre isole vicine. Le barche si posizionano di fronte al ripido pendio e ad un miglio di distanza per ragioni di sicurezza. Ovviamente lo spettacolo è davvero suggestivo! Generalmente si parte poco prima del tramonto così da assistere al cambio di luce dal mare e allo spettacolo affascinante della sciara del fuoco al crepuscolo e al buio, circondati da un manto di stelle e cullati dallo sciabordio dell’acqua sulla barca.

Io ho fatto entrambe le escursioni (gita intorno all’isola e sciara del fuoco dal mare) con l’associazione “Gli amici di Bartolo” e mi sono trovata bene. Bartolo è un uomo di mare, genuino e di poche parole. Mentre assistevamo alla sciara del fuoco, con pochi maneggi, ha pescato un totano in un battibaleno, garantendosi così la cena. Comunque, in tanti organizzano le varie escursioni e con le medesime caratteristiche. Applicano tutti gli stessi prezzi ma se partecipate a varie escursioni con la stessa organizzazione vi faranno uno sconto.

Escursione ai crateri fino a 400 metri d’altezza

Questa è l’escursione più emozionante in assoluto per la visuale incredibile sulla sciara del Fuoco. È necessario essere accompagnati da guide alpine o vulcanologiche autorizzate. Fino allo scorso anno era possibile salire fino a 900 metri d’altezza ma, a seguito della forte attività del vulcano, la zona sommitale è stata interdetta. In realtà, solo a metà settembre è stata emanata un’ordinanza che consente di salire fino a 400 metri e solo dopo aver firmato una liberatoria. Prima di mettersi in cammino, la guida ti informa adeguatamente su tutti i possibili rischi. Mentre si sale l’adrenalina è altissima ed il richiamo del vulcano è irresistibile, ti attira a sé come una calamita. L’escursione dura circa 4 ore, di cui un’ora di sosta sul terrazzo panoramico a 400 metri per assistere a più eruzioni, e non richiede grandi sforzi nel salire. E’ una passeggiata fattibile ed in ogni caso lo sforzo sarà ripagato ampiamente. Generalmente organizzano due escursioni al giorno. Una la mattina ed un’altra nel tardo pomeriggio. Io vi consiglio quella del pomeriggio così da assistere alla sciara del fuoco al crepuscolo e al buio. Abbiamo fatto l’escursione con la “Magmatrek” e siamo stati accompagnati da Manuel, un ragazzo di Stromboli in gamba e gran conoscitore del vulcano. Ha allietato la nostra salita con tanti aneddoti e racconti delle varie eruzioni facendo crescere in me una grande curiosità sullo Stromboli e sui vulcani in generale. Per partecipare all’escursione è consigliabile avere le scarpe da trekking e ovviamente una torcia (entrambe le cose possono essere noleggiate nel negozio nella piazza principale).

Escursione ai crateri in autonomia a 290 metri d’altezza

Se non avete voglia o non ve la sentite di fare l’escursione a 400 metri vi consiglio di arrivare nel punto panoramico posto a 290 metri. Questa escursione potete farla in completa autonomia e con scarpe da ginnastica. Da qui lo spettacolo è comunque meraviglioso. Per arrivare vi basterà prendere l’unico sentiero che parte dall’Osservatorio. È una bella esperienza soprattutto se è il primo contatto che avete con il Vulcano. Mano a mano che si sale inizierete a notare il fumo che fuoriesce dal vulcano e probabilmente sentirete una specie di tuono, questo è infatti il modo in cui Iddu si fa sentire durante le eruzioni. Quando vi stancate di stare lassù potete scendere all’Osservatorio e cenare in questa magnifica terrazza. Il percorso in salita dura all’incirca un’ora e venti e l’osservatorio si trova a metà strada. Se siete stanchi potete usufruire di un mini bus che l’osservatorio mette a disposizione dei propri clienti a pagamento sia per salire che per scendere. Se vi trovate a Stromboli nel periodo di massima affluenza vi conviene prenotare un tavolo. Come è ben immaginabile è un ristorante super gettonato. Ovviamente non dimenticate di portare una torcia o il cellulare carico!

Dove mangiare

I ristoranti a Stromboli sono molto costosi e diciamolo anche un po’ turistici. Forse l’eccellenza siciliana non si trova proprio qui. In ogni caso sento di segnalarvi i seguenti luoghi dove si mangia bene e in un bel contesto.

– Primo posto il ristorante l’Osservatorio. Non tanto per la qualità del cibo ma per il contesto. Quando vi capiterà più di mangiare in tranquillità mentre un vulcano emette lava incandescente?

Ristorante Zurro, situato vicino il porto ha una bella terrazza che affaccia sul mare. La sua specialità è la pietra di Stromboli. Si tratta di ravioli al nero di seppia ripieni di pesce e conditi con pomodori e capperi.

Ristorante Ai gechi. Posizionato in una traversa della via principale, non ha una terrazza con vista mare ma è comunque molto curata e gradevole e le specialità di pesce sono molto buone.

Pizzeria da Luciano. Si trova sulla via principale e ha una bella terrazza che affaccia sul mare. Luciano pur essendo strombolano trascorre molti mesi all’anno a Napoli dove ha imparato a fare ottime pizze napoletane.

– Per le granite vi consiglio sulla piazza principale il “Rifugio Ingrid“. Magari nelle ore più calde, sulla bella terrazza affacciata sul mare e sullo Strombolicchio, potrete gustare la granita di mandorle o di pistacchi o di fichi.

Osservazioni

Non vi ho ancora detto che sull’isola non circolano macchine, se non qualche motorino o qualche ape a tre ruote. Questi mezzi fungono da taxi o sono utilizzati dai residenti come mezzo personale per muoversi. I turisti si muovono solo a piedi e del resto l’isola è così piccola che ogni mezzo sarebbe superfluo. Purtroppo però i pochi mezzi che circolano sono così obsoleti, rumorosi ed inquinanti che la magia data dal ritrovarsi in un luogo senza macchine svanisce subito. Sarebbe bello se gli isolani sostituissero quei mezzi vecchi con altri elettrici! Un piccolo sforzo che porterebbe vantaggi a tutti e la natura ringrazierebbe.

Escursioni nelle altre isole

Le Isole Eolie sono ben collegate tra loro. La liberty lines ,cioè la compagnia di aliscafi locale, effettua diversi collegamenti durante il giorno. Quando sono partita volevo fare una vacanza rilassante e ho prenotato per 6 notti a Stromboli non pensando di muovermi per le altre isole. Ma mi sono resa conta che 6 giorni a Stromboli erano troppi ed è questo il motivo che mi ha spinto a fare escursioni giornaliere in altre isole, prendendo l’aliscafo in autonomia. Sono stata un giorno a Panarea, uno a Vulcano ed uno a Lipari, anche se quest’ultima l’ho vista in maniera molto superficiale. Non posso nemmeno dire di conoscere bene le altre due isole visitate in una giornata soltanto per cui mi limito ad accennare brevemente ai luoghi che mi hanno colpita.

Panarea

Panarea è l’isola più vicina a Stromboli e raggiungibile in aliscafo in 30 minuti. Appena arrivi al porto colpisce positivamente il dedalo di strade bianche e strette abbellite da piante grasse e fiori colorati. Dicono che sia l’isola vip e più modaiola. Io mi sono diretta subito a Cala Junco, la spiaggia più consigliata di Panarea e a buon diritto giudicata come la più bella. In realtà è straordinario il promontorio in cui si trova Cala Junco. Si tratta di una scogliera a picco sul mare e su un fianco si trova questa bella caletta di sassi neri. Per raggiungere questo luogo dovrete percorrere un sentiero di 30/35 minuti dal centro di Panarea.

La Calcara è un’altra spiaggia selvaggia di Panarea. È situata su un cratere spento e sono visibili i vapori sulfurei che emergono dal suolo. Questa caratteristica la rende davvero particolare. Io mi sono limitata ad ammirarla dall’alto.

Vulcano

Vulcano, dopo Stromboli, è l’isola che più mi ha sorpreso positivamente. Appena si approda si viene accolti dal caratteristico odore di zolfo. Poco distante dal porto si trova la zona termale che al momento è chiusa per lavori.

La salita sui crateri

Sulla sommità vi sembrerà di essere su un altro pianeta o su un punto in cui è precipitato un meteorite creando una buca profonda sul suolo. Per non parlare della magnifica vista che si gode dall’alto sull’isola, su Lipari ed i suoi faraglioni! Sono necessarie circa 3 ore per salire, fare il giro del cratere e scendere. Si tratta di un percorso fattibile ma naturalmente faticoso se fatto sotto il sole e a temperature elevate. Ovviamente potete salire sulla sommità in tutta sicurezza, trattandosi di un vulcano inattivo. L’ultima eruzione risale al 1890. Dovrete fare solo attenzione alla zona del cratere caratterizzata dalle fumarole.

Dopo essere scesa dal cratere sono andata nella spiaggia di Acque calde. Apparentemente sembra una spiaggia come tante ma vi sorprenderà! In acqua infatti ci sono diverse sorgenti d’acqua calda che producono le classiche bolle superficiali. Avvicinatevi a nuoto e fatevi massaggiare dal getto tiepido. Vi sembrerà di stare in una vasca idromassaggio immensa e soprattutto molto panoramica!

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