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Roma bucolica e fotografica

Ci sono luoghi a Roma che, a seconda della stagione, acquistano un fascino particolare ed unico. Si tratta di luoghi che, pur essendo dentro la città, risultano completamente immersi in uno scenario bucolico e che, pur essendo belli sempre, in alcuni momenti diventano magici. Portate con voi una macchina fotografica e farete fotografie incredibili.

IL PARCO DEGLI ACQUEDOTTI ROMANI

Pur essendo a ridosso di una zona di Roma soffocata da traffico, caos e palazzi alti, vi sembrerà di trovarvi in aperta campagna e vi giungerà solo l’eco lontano dei rumori cittadini. Quest’area è stata risparmiata dalla speculazione edilizia grazie alla lungimiranza di uomini che, negli anni passati, si sono battuti affinché l’area fosse inserita all’interno del Parco dell’Appia antica. Il parco è molto frequentato da chi fa jogging, passeggia o partecipa a visite guidate ai resti degli antichi acquedotti.

In primavera, nella seconda metà di maggio, una zona del parco piuttosto riparata e poco frequentata si riempie di papaveri rossi e margherite gialle. Il rosso ed il giallo, colori simbolo di Roma incorniciano gli imponenti acquedotti sullo sfondo, anch’essi simbolo di un passato glorioso e sembrano celebrarne la grandezza.

Sembra di immergersi in un quadro impressionista!

Gli acquedotti sono il simbolo della grandezza dell’Impero Romano. Nel parco sono visibili i resti di 6 degli 11 acquedotti di origine romana. Mentre all’ingresso fa da “muro” tra il quartiere Tuscolano ed il parco l’acquedotto Felice di epoca rinascimentale perfettamente integro e funzionante.

Si racconta che i Goti, durante l’assedio di Roma del 546 e sotto il comando di Vitige e di Totila poi, per costringere rapidamente alla resa la città, si posero l’obiettivo di distruggere ogni traccia di civiltà. Gli acquedotti, simbolo di ingegneria e progresso vennero così manomessi dai Goti. Furono abbattuti numerosi piloni al fine di interrompere la linea d’acqua e tagliare così i rifornimenti idrici a Roma. I Romani, pur essendo afflitti da fame e sete, non capitolarono e riuscirono a respingere la loro avanzata e a salvare la città. In ogni caso, gli acquedotti distrutti non furono mai più ripristinati ed oggi li vediamo sullo sfondo dell’agro romano continuamente interrotti e frastagliati, ma imponenti e velati da quella dolce malinconia che si riserva alle vestigia che hanno visto un passato glorioso e grandioso.

Il luogo è particolarmente suggestivo al tramonto, quando il sole muore proprio dietro gli acquedotti. Il parco è collegato al centro città dalla Linea A della metropolitana. Le fermate sono Giulio Agricola o Subaugusta e dopo 500/600 metri di cammino giungerete all’ingresso del parco.

LAGHETTO DELL’EUR E LA FIORITURA DEI “SAKURA”

Metà marzo fino a metà aprile è l’arco temporale entro cui avviene la Sakura, ossia la fioritura dei ciliegi. Questi delicati fiori, simbolo di purezza e di pace interiore, sbocciano e sfioriscono nel giro di pochi giorni e per questo motivo simboleggiano l’essenza effimera della vita umana e la caducità di ciò che attiene all’umano. La passeggiata che costeggia il lago chiamata appunto “Passeggiata del Giappone” è impreziosita da numerosi alberi di ciliegio, donati alla città di Roma nel 1959 dal governo giapponese in segno di amicizia con l’Italia. Nei giorni della fioritura, questo meraviglioso luogo si trasforma in un piccolo “Giappone” ed il cosiddetto hanami, ossia l’osservazione dei fiori nella tradizioni nipponica, richiama sempre più visitatori attratti da tanta bellezza e dalla cultura giapponese. E’ un evento tanto atteso. Anche qui è ormai tradizione consolidata quella di consumare un picnic con gli amici all’ombra degli imponenti rami ricolmi di fiori e trascorrere il tempo facendo anche un giro in barca intorno al piccolo lago. Non mancano infine persone che per l’occasione indossano il kimono, andando così a ricreare una bella atmosfera degna dei più calorosi benvenuti alla primavera.

Il laghetto artificiale dell’EUR fu progettato nel 1936 in previsione dell’Esposizione universale che avrebbe dovuto tenersi a Roma nel 1942, poi annullata a seguito dello scoppio della seconda guerra mondiale. Il progetto trovò realizzazione, con qualche modifica, solo nel dopoguerra, in occasione delle Olimpiadi di Roma del 1960.

Percorrendo il parco nella parte più interna, troviamo il giardino delle cascate, aperto al pubblico nel 2017. Si tratta di una grande cascata che riceve acqua da numerosi zampilli laterali. L’effetto è molto coreografico.

IL CIMITERO ACATTOLICO DI ROMA

In primavera, i muri scrostati si rivestono di glicine ed il luogo si veste di struggente bellezza. Particolarmente bello è il giardino terrazzato che affaccia sulla Piramide e da cui la si può ammirare lontano da caos e da rumori del traffico. Per approfondire la conoscenza del luogo vi invito a leggere un articolo scritto da me qualche tempo fa. il-cimitero-acattolico-o-protestante/

IL ROSETO DI ROMA

Posto sulle pendici dell’Aventino, da qui si può ammirare il Circo Massimo e le imponenti rovine del Palatino, il palazzo imperiale di Augusto. Questo splendido luogo ospita migliaia di rose antiche e moderne provenienti da ogni parte del mondo. Per l’esattezza ci sono circa 1100 varietà di rose! Una volta entrati sarete abbagliati dalle molteplici varietà di rose e sarete inebriati dal profumo che sprigionano. Il roseto si compone di due sezioni. Una gratuita ed aperta al pubblico tra la fine di aprile fino alla metà di giugno (con un’apertura ad ottobre per la fioritura autunnale) ed un’altra sezione, dedicata ad un prestigioso concorso internazionale che ogni anno premia una nuova varietà di rosa ed ospita le rose vincitrici dei precedenti concorsi, che viene aperta al pubblico in un secondo momento, solo dopo l’avvenuta premiazione (generalmente avviene verso metà maggio).

Anche nell’antichità questa zona dell’Aventino era molto frequentata in primavera. Qui sorgeva, infatti, il tempio dedicato alla dea Flora, ed in primavera proprio nell’area adiacente al Circo Massimo si svolgevano le festività chiamate “Floralia”, caratterizzate da spettacoli di musica e danza durante le quali le donne adornavano il proprio capo con ghirlande di fiori.

La creazione del Roseto nel 1950 però è casuale e non ha un diretto collegamento con le tradizioni pagane. Nel medioevo tutta l’area alle pendici dell’Aventino era adibita ad orti e vigneti e nel 1600 l’area fu destinata agli Ebrei. Da allora l’area fu designata come “Ortaccio degli Ebrei” ed una parte fu utilizzata come cimitero ebraico.

Il cimitero fu smantellato negli anni trenta del novecento per costruire le vie adiacenti al Circo Massimo. Le lapidi furono trasferite al Verano, nella zona destinata agli Ebrei. Il Verano, costruito durante il regno Napoleonico in ossequio all’editto che imponeva le sepolture dei defunti fuori le mura della città, inizialmente non “ospitava” defunti non cattolici ma dopo l’unità d’Italia questo divieto fu superato ed è questo il motivo per cui agli ebrei fu concessa un’area dove essere sepolti.

Per un paio di decenni l’area tra Aventino e Circo Massimo rimase incolta finché nel 1950 si decise di ricostruire qui il Roseto Comunale. Il precedente roseto, posto sul colle Oppio, era infatti andato distrutto durante la seconda guerra mondiale. Per ricordare l’antico cimitero ebraico e tutta l’area che per secoli era appartenuta agli Ebrei di Roma, furono realizzati i diversi viali che separano le aiuole di rose in modo tale che avessero la forma della Menorah, ossia del candelabro a sette braccia, simbolo della religione ebraica. La forma della menorah è visibile nelle foto che riprendono il roseto dall’alto. Chi passeggia all’interno non ne ha la percezione ma sapere ciò che è rappresentato sotto forma di aiuole rende ancor più stupefacente il luogo. Non è un semplice giardino ma, come tutto il centro di Roma, è un luogo pregno di storia.

L’ORTO BOTANICO

L’Orto botanico occupa un’area posta tra via della Lungara ed il Colle del Gianicolo dove un tempo sorgeva il parco di Palazzo Corsini, residenza di Cristina di Svezia ed oggi sede dell’Accademia dei Lincei. Si tratta di un immenso parco nel cuore di Roma, una vera e propria oasi di pace e silenzio a pochi metri dal caotico Lungotevere. A causa del covid, le splendide serre e la “casa delle farfalle” non sono visitabili e per questo il ticket d’ingresso è ridotto a 4 euro. Un vero peccato perché la serra francese in ferro battuto o la serra con le piante tropicali sono veri gioielli ma, nonostante ciò, vale assolutamente la pena vedere questo luogo in questo periodo dell’anno. In primavera, infatti, è “il giardino giapponese” il vero protagonista. Realizzato da un architetto giapponese seguendo lo schema dei giardini nipponici e caratterizzato da un laghetto artificiale con varie cascatelle. Il luogo è raccolto da una serie di alberi che circondano il lago e che in questo periodo sono fioriti. Sullo sfondo un padiglione in legno al cui interno vi sono alcune panche consente di ammirare l’esplosione di colori all’ombra ed in silenzio. Tra i vari alberi spiccano gli aceri , le camelie, le magnolie ed i ciliegi.

Ma a primavera tutto il parco è semplicemente meraviglioso. Bellissime le imponenti palme e gli alberi secolari. Stupendo il boschetto di bambù o il giardino roccioso con le tante varietà di Iris. Tutto il percorso è inoltre arricchito da numerose fontane. Particolarmente bella è la Scalinata delle Undici Fontane.

VILLA BORGHESE

Villa Borghese non ha bisogno di presentazioni. Numerosi sono gli angoli speciali e magnifici di questo immenso parco. Del resto proprio qui si trova una delle terrazze panoramiche più belle di Roma, la terrazza del Pincio! Tanti sono angoli suggestivi del parco ma in questo articolo, per non dilungarmi oltre il dovuto, mi limito a segnalarvi un luogo all’interno del parco che a primavera si trasforma in un giardino incantato. Si tratta della zona in pendenza che costeggia viale delle Magnolie sul lato sinistro (lasciandosi alle spalle il Pincio). Qui in basso un manto di margherite e gli alberi fioriti abbelliscono ulteriormente la magnifica fontana rotonda posta in basso. È un angolo suggestivo in cui sostare in silenzio magari stesi sull’erba non prima di aver scattato qualche foto!

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