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I GIARDINI DI NINFA: UN LUOGO DI STRAORDINARIA BELLEZZA

In provincia di Latina, a pochi km da Roma, si trova questo luogo magico dove tutto ci parla di bellezza e di incanto. Avevo visitato questo piccolo gioiello anni fa, ma da tempo desideravo tornarci. Il giardino è aperto al pubblico da aprile ad ottobre solo il primo ed il terzo weekend (sabato e domenica) del mese, con qualche eccezionale apertura straordinaria che viene comunicata sul loro sito online. Il New York Times l’ha definito il giardino più bello e romantico del mondo! In virtù di questa crescente fama anche internazionale e della grande richiesta di visita è diventato più complicato accedervi. Vi consiglio di monitorare spesso il sito online (https://www.giardinodininfa.eu/) e di prenotare la visita subito qualora ci fossero posti liberi, anche se con largo anticipo.

L’immagine più famosa di Ninfa: il laghetto con la torre medievale che si specchia nelle sue acque!
Uno dei tanti ruscelli che abbelliscono i giardini
Uno dei tanti scorci

Cos’è Ninfa esattamente?

Ninfa, il cui nome deriva dall’omonimo fiumiciattolo che scorre sinuosamente lungo tutta l’area, è un’antica cittadina medievale messa a ferro e a fuoco sul finire del 1300 e da quel momento abbandonata, sino a divenire zona paludosa e malarica. Viene riscoperta e valorizzata solo agli inizi del 1900 dagli ultimi discendenti della famiglia Caetani, proprietaria di quelle terre da ben sette secoli. Gelasio Caetani recupera questi luoghi bonificando l’area, riportando alla luce i numerosi ruderi che con il tempo erano stati sommersi dalla vegetazione spontanea e restaurando il castello per farlo diventare “villa di campagna” della famiglia. Inizia così a piantare numerosi alberi come cipressi, pini, cedri, salici, betulle ma anche alberi da frutto come i pescheti ad esempio. A lui si deve la creazione di ruscelli e cascatelle realizzate dalle piccole deviazioni del fiume e che consentono di portare acqua ovunque e di rendere ancor più suggestivo il percorso. Il completamento del giardino all’inglese e la introduzione di altre piante, alberi e fiori lo si deve al buongusto e alla grande sensibilità delle donne di questa famiglia che via via rivitalizzarono il luogo, contrapponendo alla immobilità della città “morta” la vita che scaturisce dalle continue fioriture, dal susseguirsi senza tempo delle stagioni e dall’incessante scrosciare delle acque del fiume che con i suoi 14/16 gradi costanti e le sue acque cristalline è anch’esso nei suoi fondali rigoglioso e vitale. A Lelia Caetani, figlia del fratello di Gelasio ed ultima discendente della famiglia, si deve l’aspetto romantico che oggi aleggia ovunque camminando per il giardino. Dunque, grazie all’amore profuso dagli ultimi discendenti, i resti dell’antica cittadina medievale di Ninfa, di cui ancora si scorgono il castello, la torre e numerosi ruderi di chiese con pareti affrescate e di edifici civili disseminati qua e là, sono stati ingentiliti ed impreziositi da una vegetazione rigogliosa e florida che, anche grazie alle caratteristiche microclimatiche del luogo, trova il suo pieno splendore e la sua massima esplicazione. La collocazione delle piante e dei fiori non è casuale ma studiata nei minimi particolari così da rendere ogni angolo sempre diverso e vivace. Succede, ad esempio, che mentre una pianta sfiorisce proprio quella accanto si trova nella piena fioritura, in un continuo gioco di colori e luci diverse.

Uno dei tanti romantici scorci di Ninfa
Il fiumiciattolo che scorre sinuoso con le sue acque trasparenti
L’antico ponte medievale e la vegetazione intorno

Qualche notizia storica sul luogo

Oggi questo ricco patrimonio storico e naturale è gestito dalla Fondazione Roffredo Caetani, istituita da Lelia, ultima discendente di questa illustre casata che vanta tra i suoi antenati Bonifacio VIII e deceduta nel 1977 senza lasciare eredi. Bonifacio VIII (pontefice dal 1294 al 1303), sfruttando la sua carica pontificia, vende al nipote Pietro il feudo di Ninfa di proprietà della chiesa. Ninfa sorgeva proprio a ridosso dei Monti Lepini ed era separata da questo monte da una lunga strettoia conosciuta come via Pedimontana (a piedi del monte appunto ) che da Sud consentiva di arrivare direttamente a Roma senza passare dall’Appia che, a seguito del crollo dell’Impero Romano e dell’abbandono delle opere di manutenzione idraulica, era tornata ad essere zona paludosa e malarica. Chiunque volesse giungere a Roma da Sud doveva pagare un pedaggio: da qui la ricchezza della famiglia Caetani e la fortuna di Ninfa che però, purtroppo (o per fortuna!), fu distrutta e messa a ferro e a fuoco quasi 100 anni dopo l’acquisto fatto dalla famiglia da un ramo rivale della stessa famiglia Caetani che controllava il feudo della vicina Fondi . I Caetani hanno fatto la fortuna di Ninfa, l’hanno distrutta e secoli dopo hanno ricreato e reinventato il luogo così come oggi si presenta a noi!

Scorci: ruderi e un gelsomino che si arrampica sul cipresso
Le antiche mura e la torre trecentesca

Il microclima e le caratteristiche ambientali

La bellezza di Ninfa non si può comprendere appieno se non parlo delle caratteristiche naturali e microclimatiche del luogo. Plinio il vecchio racconta nella sua Naturalis Historia che dall’alto dei Monti Lepini che sovrastano Ninfa si potevano facilmente osservare una serie di sorgenti d’acqua che confluivano in un fiume che ai suoi tempi era consacrato alle Ninfe, divinità dei boschi e delle acque (si sono trovati anche resti di un antico tempio sui fondali del fiume). Il clima inoltre è particolarmente mite e costante. I vicini monti Lepini proteggono il luogo dai freddi venti del Nord. I venti caldi del Sud, provenienti dal mare e carichi di umidità, sono bloccati dalla parete dei Monti Lepini e scaricano buona parte dell’umidità in piogge frequenti nel periodo primaverile ed autunnale. Dunque, l’abbondanza di acqua, il clima mite anche in inverno e la forte umidità consentono la sopravvivenza di questa ricca e folta vegetazione ed un felice sviluppo delle piante. Sono circa un migliaio le piante, i cespugli, gli alberi d’alto fusto, i roseti e le essenze provenienti da ogni parte del mondo che qui, in un solo luogo, si sono perfettamente acclimatati.

Il bellissimo bosco di bambù

La visita

Il luogo può essere visitato solo con un’accompagnatore che vi conduce lungo il percorso dandovi notizie storiche e naturalistiche dei giardini. Dovrete invece recarvi da soli nel punto in cui è possibile osservare il laghetto artificiale, creato nel 1300 grazie alla costruzione di una diga che faceva convogliare qui le acque del fiume. Questo posto si trova all’esterno dei giardini a circa 200/300 metri dall’ingresso al parcheggio. L’immagine del laghetto e dell’alta torre che si specchia nelle sue acque è forse l’immagine più famosa e romantica di tutta Ninfa. Quindi è imperdibile!

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