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Isola d’Elba tra storia e natura

Mare, trekking e storia

Se siete alla ricerca di una vacanza al mare che sia all’insegna del relax ma nello stesso tempo dinamica, l’Isola d’Elba è il luogo giusto per voi. Sarà difficile oziare a lungo ed altrettanto difficile sarà vedere le 120 spiagge dell’isola. Si, avete letto bene. Il suo litorale vanta ben 120 spiagge, tutte mozzafiato e diverse tra loro per colori e tipologia. Ghiaia bianchissima, sabbia nera o dorata, scogliere a strapiombo sul mare o dolcemente digradanti, rocce di granito o di ematite, spiagge selvagge o attrezzate, ma tutte accomunate dalle meravigliose tonalità dell’acqua a tratti turchese, verde smeraldo e blu intenso come il lapislazzulo.

Per scoprire le spiagge che in assoluto ho preferito vi invito a leggere l’articolo “Isola D’Elba: spiagge imperdibili

Sarebbe riduttivo però pensare che la bellezza dell’isola si esaurisca con le sue spiagge. L’entroterra, selvaggio e rigoglioso, può essere esplorato grazie ai numerosi percorsi di trekking.

I sentieri, ben segnalati, attraversano crinali collinari che collegano spiagge o conducono su vette da cui si stagliano come sentinelle antiche fortezze cariche di storia e di silenzio. I più arditi potranno raggiungere a piedi Monte Capanne, la montagna più alta dell’isola con i suoi 1019 metri di altezza. Da qui la vista spazia su tutto l’arcipelago sino ad arrivare alla Corsica. Tutti gli altri, invece, potranno raggiungere la cima con una comoda bidonvia che sconsiglio a chi soffre di vertigini.

Per conoscere i luoghi raggiungibili attraverso brevi passeggiate vi consiglio di leggere l’articolo Isola d’Elba: percorsi di Trekking.

L’isola, inoltre, coniuga natura e cultura. La storia, in questo piccolo lembo di terra, bagnato dalle acque del Tirreno e nel centro dell’arcipelago toscano, si perde nella notte dei tempi. Storia geologica, in primis, che ha modellato e plasmato l’isola donandole caratteristiche uniche. Il sottosuolo abbonda di minerali il cui valore economico era già noto agli Etruschi e ai Romani. L’estrazione del ferro e di altri materiali ha avuto una valenza economica fino alla fine degli anni ottanta quando, per ragioni economiche e per la crescita del turismo di massa, anche l’ultima miniera ha cessato l’attività. Dal 1991 è stato istituito il Parco minerario con l’obiettivo di salvaguardare e valorizzare l’immenso patrimonio storico e geologico. Numerose sono le visite ed i tour organizzati all’interno delle miniere e dei passaggi sotterranei (https://www.minieredicalamita.it/). L’isola d’Elba, inoltre, è inscindibilmente legata al nome di Napoleone che qui trascorse 10 mesi in esilio prima di tentare infruttuosamente la conquista dell’Impero francese. Villa San Martino e la Villa dei Mulini, sono appartenute a Napoleone e sono una tappa imperdibile se si visita l’Elba.

Sono rimasta piacevolmente colpita dal livello di servizi e di cura. Spiagge attrezzate e pulite, discese al mare sicure, grandi parcheggi dove lasciare la propria auto, mappa dei percorsi di trekking e persino un’applicazione “Elba spiagge” scaricabile sul cellulare che consente di scegliere la spiaggia sulla base della vicinanza e delle condizioni meteo, soprattutto in relazione al vento. L’isola è anche dog friendly con spiagge attrezzate per i nostri amati amici a 4 zampe.

Come arrivare

Il modo più semplice per arrivare è quello di prendere il traghetto o l’aliscafo da Piombino. La durata della navigazione è di circa un’ora.

Cosa vedere a Portoferraio

Fortezze medicee: il Forte Stella ed il Forte falcone

Portoferraio è un piccolo scrigno ricco di storia e di luoghi di eccezionale valore storico ed artistico. Imperdibile la visita alle fortezze medicee, alla torre della Linguella e alle ville napoleoniche. Questi luoghi, interessanti e panoramici, sono resi ancor più belli dalle storie a cui sono legati. In questo articolo non vi parlo dei luoghi in sé stessi che potrete ammirare con i vostri occhi ma mi soffermo piuttosto sulle storie che mi hanno colpita visitandoli.

Le due fortezze, insieme alla torre della Linguella, costituiscono un capolavoro di ingegneria militare. La città, come la vediamo oggi, fu voluta da Cosimo I de Medici nella seconda metà del 1500. Le fu assegnato il nome di Cosmopoli, in onore del fondatore, ben presto caduto in disuso a favore dell’antico nome romano di Portoferraio. Questi, fece costruire una città fortificata che fosse sicura, soprattutto al sicuro dai pirati che all’epoca imperversavano nel Mediterraneo, e che segnasse la sua presenza sull’isola che a quel tempo era condivisa con gli spagnoli e con la famiglia Appiani. Un sistema di mura, forti, canali e porte trasformarono ben presto Portoferraio da nudo promontorio a luogo corazzato ed imprendibile. Le due fortezze furono costruite sulla parte alta del promontorio a protezione dell’ingresso nella baia e furono collegate tra loro da un’imponente cinta muraria che scendeva fino alla darsena. A sua volta, sulle due estremità della darsena furono costruite la torre della linguella e la torre del Gallo e furono collegate tra loro da una grossa catena d’acciaio che di fatto impediva l’entrata in darsena agli indesiderati. Fu scavato un canale artificiale che impediva l’accesso alla citta dal lato di terra. Solo un ponte levatoio collegava Portoferraio al resto dell’isola. Purtroppo, all’inizio del XX secolo, il canale fu interrato ed oggi non lo vediamo più se non in alcuni quadri esposti all’interno del polo museale. Camminando sui vari terrazzamenti e sulle mura difensive e osservando la città dal mare si percepisce la grandezza del sistema difensivo attuato da Cosimo.

Torre della Linguella o Torre Passannante

A difesa del Porto, Cosimo I fece costruire la Torre della Linguella. La torre nei secoli ha assolto a varie funzioni. Magazzino per il sale, tonnara e soprattutto carcere. Ma la sua fama è legata all’anarchico lucano Passannante, che qui, fu detenuto in condizioni disumane per ben dieci anni. La sua storia mi ha colpito molto. In breve, la sua colpa fu quella di aver attentato nel 1878 alla vita del re Umberto I durante una sua visita a Napoli. Condannato a morte, la sua pena fu commutata in carcere a vita per volere di re Umberto. Fu solo un gesto di apparente clemenza. Passannante fu rinchiuso all’interno della torre, nei sotterranei sotto il livello del mare per la precisione, legato ad una catena di 18 kg che gli consentiva di fare pochi passi e in condizioni igieniche indecenti. Fu costretto a vivere al buio e in un ambiente insalubre in cui spesso c’erano infiltrazioni di acqua marina. Divenne ceco, ebbe gravissimi problemi fisici e mentali. Dopo aver trascorso dieci anni in queste condizioni, fu trasferito in un manicomio. A quel tempo, in tutta la Penisola italiana si levarono voci a difesa del detenuto ma furono del tutto ignorate. Ma non fu il solo a pagare le conseguenze del suo gesto contro il re. Tutta la sua famiglia fu internata ed al Paese d’origine, in segno di penitenza per avergli dato i natali, fu imposto di cambiare nome. Da Salvia di Lucania divenne Savoia di Lucania. Non avevo mai sentito parlare di Passannante prima di visitare la Torre, ma ho provato un moto di ammirazione per il suo coraggio e la sua resistenza ed un grande sdegno per le condizioni disumane a cui è stato sottoposto. Nella torre fu rinchiuso anche Sandro Pertini quale oppositore del regime fascista. Per fortuna per lui, ma soprattutto per noi, senza conseguenze negative. L’interno della torre non è visitabile per ragioni di sicurezza ma vale la pena entrare nell’area museale per vederla da vicino ed ammirare il bel panorama.

Le Ville Napoleoniche: Villa San Martino e Villa dei Mulini

L’isola d’Elba è inscindibilmente legata al nome di Napoleone Bonaparte. A seguito della sconfitta a Lipsia, lo Stesso fu costretto a rinunciare al trono di Francia e ad accettare il ben più piccolo Principato dell’Isola d’Elba. Vi trascorse solo dieci mesi da esiliato che lasciarono, però, tracce indelebili e posero le basi per un legame di gratitudine ed ammirazione da parte dei suoi abitanti che è percepibile tutt’oggi. Non mancano infatti ogni anno commemorazioni in suo onore. Quest’anno, in considerazione del bicentenario della morte, avvenuta il 5 maggio 1821, sono stati organizzati diversi eventi. Napoleone nel breve tempo che trascorse sull’isola apportò innovazioni economiche e sociali. Un rapporto speciale che ebbe inizio dalla calorosa accoglienza riservata allo stesso al suo arrivo e che non si attenuò nemmeno la notte del commiato dall’isola, quando una folta folla si riversò sulla banchina, per dare l’ultimo saluto al Generale. Non si trattò di una fuga improvvisa ma di un piano ben orchestrato ed organizzato. A quanto pare l’unico all’oscuro del progetto era Campbell, il “carceriere” di Napoleone. Si racconta che, la notte della fuga, Campbell si fosse allontanato dall’isola per incontrare la sua amante, e che solo il giorno dopo, quando ormai il brigantino di Napoleone veleggiava in acque francesi, si sia accorto della fuga. Per Campbell, quella notte segnerà la fine della sua carriera e su di lui aleggerà l’ombra ed il sospetto di una sua complicità nella fuga. Per Napoleone, invece, quella notte segnerà l’inizio di un sogno, quello della riconquista del titolo di Imperatore. Sogno che durerà solo 100 giorni e che si infrangerà definitivamente con la sconfitta a Waterloo. La vicenda umana e politica di Napoleone è molto interessante e la potrete ripercorrere visitando i luoghi simbolo della presenza dello stesso sull’isola.

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